L'insolente by Pinar Selek

L'insolente by Pinar Selek

autore:Pinar Selek [Selek, Pinar]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fandango Libri
pubblicato: 2023-12-18T23:00:00+00:00


4. Dal 2009 a oggi

“Creare altri paesi oltre le frontiere”

“Com’era possibile fare entrare

una vita intera in una valigia?”1

“Devi partire domani. Senza aspettare. Domani o dopodomani”

“Visto che ero stata assolta, mi era stato restituito il passaporto. Tra il 2006 e il 2009 ero stata invitata all’estero per conferenze e altre cose, avevo cominciato a uscire dal Paese. Ma in quel momento, quando abbiamo saputo la notizia della Corte di cassazione l3 mi3 legali e mio padre mi hanno detto: ‘Bisogna che tu parta subito. Non attendere neanche due giorni.’”

Pinar non si aspetta questa decisione improvvisa che sconvolge la sua esistenza. È sotto choc.

“È stato veramente difficile. Mi è stato detto che dovevo portare via soltanto una piccola valigia per non attirare l’attenzione all’aeroporto. Ma come fare a prepararla? Cosa mettere nella borsa se non sai quando tornerai?”

Pinar ci mette alla rinfusa, tra le altre cose, delle fotografie di sua madre, morta nel 2002, della sua “amica” Camille Claudel e il suo diario.

“Due anni dopo la scomparsa di Hrant, anch’io sono partita. Di fronte a chi urlava: ‘O ami questo paese, o lo lasci!’, eravamo così sicuri di noi. [...] Ed è restato, solo, in mezzo a una scarica di pallottole. Se non fosse stato ucciso, se i suoi assassini fossero stati fermati, sarei partita?”2

Dopo quella partenza improvvisa per sfuggire a una nuova incarcerazione, Pinar non ha più potuto mettere piede nel suo Paese. Un’esperienza d’esilio che dura da più di dieci anni, al momento in cui queste righe vengono scritte.

Nel corso della sua evoluzione politica, del suo attivismo e delle sue esperienze mentre viveva ancora in Turchia, Pinar ha imparato a rimettere in discussione in modo radicale il nazionalismo e le frontiere. Per lei l’attaccamento nazionale, le frontiere, sono delle costruzioni artificiali, una menzogna.

A partire dalla fine degli anni Ottanta, “avrei potuto dire che siamo tutte e tutti esiliati, che siamo tutte e tutti stranieri”. Ma “non è la stessa cosa quando devi partire per un altro Paese con una sola valigia”.

Berlino



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